mercoledì 13 aprile 2011

A LE DOMENICHE DI AMIT "D'IMPROVVISO"







A BELLINZONA

P.zza Indipendenza 1 Spazio Culturale Temporaneo


A.M.I.T. PRESENTA


“D’IMPROVVISO”


Da tempo in Ticino A.M.I.T. (Associazione Musica Improvvisata Ticino) opera con l’intento di valorizzare e promuovere i musicisti e la musica basata principalmente sull’improvvisazione.

A.M.I.T vuole presentare, probabilmente per la prima volta in Ticino, una rassegna di concerti basati sull’improvvisazione pura. A questo scopo ha pensato ad un ciclo di 8 performance (da marzo a dicembre 2011 – una al mese con una pausa estiva-) di gruppi di due o tre elementi che si esibiranno in performance d’improvvisazione pura nella sede dell’associazione: Spazio Culturale Temporaneo P.zza Indipendenza 1 a Bellinzona dal nome



“D’IMPROVVISO”

In questo ambito gli artisti potranno conversare a due o tre voci esprimendosi in maniera davvero libera e stimolante, interagendo creativamente tra loro.



Questo ciclo di concerti, uno al mese avrà lo scopo di presentare al pubblico dei progetti che difficilmente potrebbero avere spazio nei locali convenzionali.

PERCHÉ DARE RISALTO ALL’IMPROVVISAZIONE?


A.M.I.T. privilegia l’esecuzione legata all’improvvisazione, una pratica di indubbio interesse artistico a cui sempre più tutte le arti si stanno avvicinando o riappropriando.

La musica originariamente è nata come parte essenziale del rituale e anche il jazz non faceva eccezione, per buona parte della sua storia ha accompagnato i funerali, i matrimoni, e tutto ciò che è legato alla danza, dalla celebrazione al corteggiamento. Come per le musiche etniche,la nascita, la morte, la fertilità, l’alternarsi delle stagioni non gli sono certo estranei.
Con il tempo tutto ciò si è un po’ perso. Questa musica si è progressivamente distaccata dalle pratiche sociale fino a ridursi al solo rituale dell’ascolto.
Così facendo è entrato, a pieno diritto, a far parte di quel mondo dove la Musica Colta Europea (Musica Classica) ne era il baricentro. Ora, proprio per le strette relazioni che sono venute a crearsi fra le varie espressioni artistiche musicali, ci piace parlare più in generale di Musica Contemporanea.

Armando Massarenti ha incontrato Georges Lewis presso la newyorkese Columbia University, dove dirige il dipartimento di studi jazzistici. Da questo incontro A.M. ha riferito su mezza pagina del domenicale supplemento di cultura del Sole 24 Ore del 5 luglio 2009:

“(È) l’improvvisazione come modello, o metafora, o, più precisamente, meccanismo interattivo che , al di là della stessa musica, finisce per dirci qualcosa di importante sulla natura umana e sui modi in cui definiamo le nostre identità individuali e collettive. A ben vedere la nostra vita è fatta di continue improvvisazioni, come agenti morali, ma anche come semplici attori di una conversazione. La qualità di queste nostre pratiche, e della nostra stessa vita, dipende proprio dalla ricchezza delle nostre esperienze precedenti, che si trasformano continuamente in qualche cosa di nuovo grazie all’interazione responsabile con altre intelligenze”-


PERCHÈ LO SPAZIO CULTURALE TEMPORANEO?

Nel campo dell’improvvisazione il luogo e le persone sono una parte imprescindibile per la buona riuscita della performance.

L’attuale comitato ha individuato alcune scene in cui è possibile dare spazio alla creatività musicale:

LO SPAZIO CULTURALE TEMPORANEO -Bellinzona- (sede di A.M.I.T.) da tempo, sotto l’egida di Ivano Torre, ha proposto e propone performance di grande significato culturale e in collaborazione con lui A.M.I.T. proporrà al pubblico ticinese la rassegna


“D’IMPROVVISO”






PROGRAMMA

Domenica 20 marzo THIRD REEL
Russ Lossing - Fender rhodes
Ore 18:00 Nicolas Masson – sax
Roberto Pianca – chitarra
Emanuele Maniscalco – batteria

Domenica 17 aprile SCHWEIZER – TORRE
Irene Schweizer – pianoforte
Ore 18:00 Ivano Torre – batteria


Domenica 8 maggio TRIO HUMAIR – KRAMER – STOFFNER
Daniel Humair – batteria
Ore 18:00 Hilaria Kramer – tromba
Florian Stoffner – chitarra

Domenica 12 giugno DUO WOGRAM – PEZZOLI
Nils Wogram – trombone
Ore 18:00 Gabriele Pezzoli – pianoforte




Domenica 11 settembre DUO TCHICAI – NICOLAI
John Tchicai – sax
Ore 18:00 Giancarlo Nicolai – chitarra

Domenica 9 ottobre DUO BURK – BORZACCHIELLO
Greg Burk – pianoforte
Ore 18:00 Silvano Borzacchiello


Domenica 13 novembre ANDATA E RITORNO
Anna Galante – recitazione
Ore 18:00 Sergio Benzi – recitazione
Roman Dominoni – sax
Stefano Poma – chitarra
Peter Zemp – cb. Fisarmonica
Santo Sgrò – percussioni

Domenica 11 dicembre TRIO LEIMGRUBER – SUTER – SISERA
Urs Leimgruber – sax
Ore 18:00 Luca Sisera – contrabbasso
Sheldon Suter – batteria



Riservazione concertia: contatto@amit-online.org o www.amit-online.org


THIRD REEL


Brillante inizio della rassegna "D'Improvviso" organizzata da AMIT e inaugurata dall'esibizione del trio Third Reel, coadiuvato, per l'occasione, dal talentuoso Russ Lossing.

Il quartetto non ha deluso le attese spiegando una tavolozza musicale eterogenea, punteggiata da dinamiche e timbriche intriganti, ora liquescenti - ora magmatiche, in un gioco di costruzione e decostruzione di invenzioni sonore e di ritmiche caleidoscopiche.

La grande intelligenza emotiva di Russ Lossing ha trovato un'ottima e promettente controparte che si è mostrata all'altezza e che, senza soluzione di continuità, ha saputo tessere un ordito magico per un'ora buona, alternando momenti intensamente collettivi a situazioni solistiche più intimiste e meditative.

I quattro musicisti sono stati abili nel raggiungere territori esplorabili dal gioco simmetrico di una spontaneità condivisa senza cadere in contraddizione, rischiando e rilanciando un dado - a volte al limite dell'azzardo - che ha mosso il capo di un filo di Arianna tanto etereo quanto tenace e resiliente.

La trama del racconto sonoro che si è sviluppato, solo apparentemente semplice nell'argomentazione timbrica, ha trovato combustibile negli esecutori che si sono ben spesi addentrandosi in situazioni traslucide, spesso insperate, riuscendo comunque a mantenere giudizio e misura senza opporre resistenza al puro e irrinunciabile divertimento di un “qui ed ora” tenuto saldamente in pugno.

Pochissime sbavature - da parte di un gruppo che si considera in fase progettuale - e grande desiderio comune di introiettare e proiettare verso l'alto la tensione musicale.

In questo senso, le sonorità eleganti del clarinetto e del sassofono del ginevrino Nicolas Masson hanno catturato l'attenzione con una limpidezza quasi surreale e un tono cristallino, efficacissimo sia nel sottolineare l'itinerario musicale collettivo nel suo dipanarsi, sia nel condurlo solisticamente. Le linee melodiche pronunciate da Masson rivelano una conoscenza profonda di vari linguaggi musicali assimilati e rielaborati secondo una trattazione personalissima, particolarmente aperta e, allo stesso tempo, solidamente ancorata alla tradizione.

La luminescenza affascinante delle progressioni chitarristiche del luganese Roberto Pianca ha creato un contrappunto costante e risoluto alle esplosioni solari innescate da un Russ Lossing praticamente inesauribile. Pianca si è ritagliato spazi solistici interessanti e ha immaginificamente espresso espansione e ricerca di una propria connotazione musicale che è ormai più che una speranza. Il suo suono si è liberato al meglio nel registro medio, grazie a timbriche ricchissime di sustain e a una dilatazione complessa e aerea, supporto ideale per le scorribande solistiche dei compagni, quale elemento acquatico e collante dell’ensemble.

Emanuele Maniscalco ha fatto generosa mostra di esuberanza e scioltezza. È davvero difficile dire quanto il suo essere anche pianista abbia influito sul suo essere batterista (senza dimenticare che il pianoforte è uno strumento concettualmente percussivo) ma, indubbiamente, il percussionista bresciano sa creare continuum che sa poi anche scomporre e frammentare arricchendo e incorniciando diligentemente il tessuto connettivo del gruppo e sostenendo, praticamente da solo, l'effetto audio-gravitazionale delle frequenze basse.

Maniscalco ha anche incarnato una teatralità gestuale che ha certamente conferito un'ulteriore dimensione visiva al set.

Le coloratissime trovate timbrico/ritmiche di Russ Lossing, pianista statunitense residente e attivo specialmente a New York, hanno letteralmente imperversato su tutta la tastiera del suo Fender Rhodes, strumento che è riuscito a utilizzare pienamente, spesso anche fuori dai confini della tastiera stessa, rivelando tinte impensabili e prossime all’inconcepibile.

Lossing è una specie di Mago Merlino dell’improvvisazione, con un curriculum impressionante e una fitta produzione discografica a proprio nome o in qualità di ospite di numerosi mostri sacri della scena jazzistica internazionale.

La sua creatività spazia anche verso la produzione di colonne sonore e un’intensa partecipazione a trasmissioni televisive e radiofoniche: attività che gli sono valse grande visibilità e ne hanno profilato le riconoscibilissime caratteristiche.

Russ Lossing ha dalla sua anche una capacità innata, quasi felina, di agire entro e oltre i limiti strutturali della composizione estemporanea miscelandone le sfumature in un ricercato labirinto testurale.

Nel collettivo Third Reel, Lossing ha certamente contribuito a evocare una dimensione onirica, a tratti umoristica, sempre e comunque distintiva e peculiare, sviluppando e facilitando continui stimoli, mettendosi in discussione e trasformando accortamente le proporzioni degli ingredienti musicali per creare varietà e imprevedibilità.

Third Reel, nelle sue possibili e varie accezioni, è un organismo delicato e insieme robusto, tutto da scoprire: magari anche in circostanze più organizzate e riferibili a contesti musicali strutturati.

Una menzione particolare va alla giovane età degli elementi. In questo senso, la collaborazione con Lossing è sicuramente un viatico interessante che non potrà che magnificare coesione e propositi del gruppo proponendolo all’attenzione di un pubblico più ampio e competente.

Con queste ottime premesse, la rassegna organizzata dall’Associazione dei Musicisti dell’Improvvisazione Ticinese ha la strada spianata verso un'offerta singolare e molto ghiotta con ottime speranze di riscuotere consenso.

La principale aspettativa è che tutto ciò si traduca in un appuntamento fisso con un cartellone ricco come quello allestito da AMIT.

Enzo Giordano



SCHWEIZER - TORRE


Serata d’eccezione allo Spazio Culturale Temporaneo di Bellinzona: l’esibizione congiunta di Ivano Torre e Irène Schweizer si annuncia come uno degli highlights della rassegna “D’Improvviso” organizzata da AMIT.

La pianista Irène Schweizer vanta un curriculum stellare: attiva in diverse aree musicali (dal free jazz, al jazz d’avanguardia, alla libera improvvisazione) è una musicista di lungo corso che ha collaborato con una smisurata serie di artisti di rango mondiale.

Ma non solo: Schweizer ha anche deliberatamente posto impegno e coscienza nel novero delle intenzioni di un progetto globale dove arte e critica sociale si incontrano e compiono.

Schweizer possiede un ricchissimo lessico musicale, epitome di tutte le cifre stilistiche, e sa meravigliosamente dosarne le implicazioni grazie a un tocco incontestabile, vivido in ogni sua minuta nuance. Ciò le consente di articolare un sontuoso multilinguismo sonoro che attraversa gli stilemi, sfiorando tutto lo scibile, per distillare quintessenza, obiettivi artistici e proposito.

La perizia tecnica sembra essere, per lei, un mezzo espressivo attraverso il quale incanalare pulsione e necessità di un’eloquenza trascendentale: il risultato è una grande spinta emotiva che sa essere felice anche nella bruma struggente della malinconia.

Ivano Torre è un percussionista in senso lato. La sua prosodia contundente rivela un intendimento non idiomatico, consonante con un tratto stilistico che attinge a tutte le forme della musica colta. È, in fondo, molto semplice: Torre ne estrapola succo e concetto, li filtra e li rappresenta, di pancia. Non c’è nulla di meno che viscerale, divertente e divertito nelle configurazioni sonore di Torre. Ma, anche qui, non solo…

Nemmeno Torre è di primo pelo, anzi: la sua esperienza musicale è vastissima e le sue collaborazioni di altissimo di livello. Così come le sue personali proposte, da solo o in ottima compagnia.

Torre è molto attento alla continua evoluzione dei suoi mezzi espressivi e il rigore che rivela, nell’approccio allo strumentario che sa predisporre a seconda delle circostanze, è quasi maniacale. Allo stesso tempo sa dimenticare diligentemente tutto, sgombrando il terreno da ogni impiccio tecnico, e collegarsi - esplicitamente - a una forza trainante spirituale che spiana la strada al gesto, al vocalizzo, alla partecipazione passionale a un cammino artistico, umano e musicale profondo e rutilante.

Lo scambio tra questi due musicisti si annuncia denso e icastico: tanti sono i punti in comune, che sembrano legare i loro personali itinerari, e tante le differenze che cercano completamento e funzionalità reciproca.

L’appuntamento, previsto per le 18:00 di domenica 17 Aprile, è imperdibile per chi, nella musica, cerca avventura, verità e inaudito.